Cari Amici dell'Eremo
di S. Alberto, mi auguro che abbiate avuto la possibilità di vivere bene questo
tempo di quaresima ormai alla sua conclusione per prepararvi a celebrare
fruttuosamente la S. Pasqua del Signore, questo grande evento di salvezza che si
attualizza incessantemente nella Chiesa e nella vita di ogni credente.
La
Pasqua non è solo la commemorazione della Passione, Morte e Resurrezione di
Nostro Signore Gesù Cristo, la Pasqua è la celebrazione di questo evento
salvifico che opera nella storia degli uomini in vista della loro
salvezza.
Cari fratelli e sorelle, per celebrare la Pasqua dobbiamo accettare
di morire: di morire a noi stessi, al nostro orgoglio, al nostro egoismo, ai
nostri desideri umani; un giorno saremo chiamati ad accettare di morire
fisicamente, ad essere così associati pienamente alla croce del Signore
risorto.
Questa morte però è in funzione della resurrezione di una nuova
vita, soprannaturale, che ci viene comunicata dallo Spirito Santo, che ci mette
in condizione di vivere da veri figli di Dio, nella giustizia, nella verità e
nell'amore.
Celebrare la Pasqua significa essere abilitati dallo Spirito
Santo a riconoscere questa dimensione di grazia operante nella storia
dell'umanità, significa esserne coinvolti personalmente, significa diventarne
mediatori nei confronti del nostro prossimo vicino e lontano.
S. Giovanni,
nell'Apocalisse, ci presenta la figura dell'Agnello che è
contemporaneamente ritto e immolato.
E' Lui l'unica chiave per
decifrare compiutamente il senso della storia. Ebbene in questo triduo pasquale
soffermiamoci a contemplare il crocifisso che nell'iconografia cristiana
rappresenta proprio l'Agnello ritto e immolato.
Impariamo ad ascoltare quello
che il Signore crocifisso e risorto ci vuole dire, ad accogliere nel cuore con
attenzione e gratitudine le sue parole di vita eterna.
E' la rappresentazione
più realistica ed eloquente dell'amore di Dio, di un amore che non indietreggia
di fronte alla sofferenza ed alla morte, ma che è tanto forte da trasformare la
morte in vita.
Che questo amore divino possa essere riversato
abbondantemente nei nostri cuori per poter vivere in maniera vera e profonda la
Pasqua del Signore che è anche la nostra Pasqua.
Con i sentimenti della più
fraterna amicizia.
P. Felice Traversa.